L’interazione del colore: un modulo ispirato a Josef Albers
Un laboratorio progettato per i percorsi di IeFP, IFTS e AFAM

Introduzione
Ultimo aggiornamento: 26° luglio 2025
Nell’autunno 2023 iniziai a raccogliere un certo quantitativo notevole di materiale didattico composto di video, dispense, libri, file di Illustrator, tutti accomunati da un tema specifico: l’interazione del colore.
Quello che allora era solo un interesse personale, quasi una fissazione, si è progressivamente trasformato in un modulo strutturato come un workshop. Oggi quel percorso di ricerca ha avuto come primo esito la stesura di un syllabus completo, pronto per essere adottato in contesti formativi in ambito grafico, moda o comunicazione visiva, sia per studenti del quarto anno dell’IeFP che per i corsi post-diploma (IFTS).
Il modulo prende il nome, e l’ispirazione, da uno dei testi più iconici della didattica della grafica del novecentesco: Interaction of Color (1971) di Josef Albers, figura centrale del Bauhaus, che dedicò tutta la sua vita a dimostrare come il colore non sia mai assoluto, ma sempre relativo, mutevole, relazionale. Insieme al pensiero del professor Albers, ho voluto richiamare anche il lavoro della sua compagna di vita e di ricerca, Anni Albers al secolo Annelise Else Frieda Fleischmann, pioniera del design tessile e della didattica dei materiali e delle tecniche di lavorazione artigianale e industriale dei tessuti.

Ma questo modulo non è solo un omaggio. È un piccolo laboratorio didattico pensato per la scuola di oggi.
Un luogo dove il colore si tocca, si taglia, si confronta, si esplora con carta, tessuti e PC.
Un luogo dove l’occhio si educa, dove si scopre che un colore può sembrare due, che tre colori possono sembrare due, che niente è come appare finché non lo metti a confronto.
Il percorso alterna:
esercizi analogici (fogli di velina colorati, collage, ritagli, stoffe),
esercizi digitali (software di grafica vettoriale),
momenti di riflessione culturale e simbolica sul colore (da Falcinelli a Olivotto),
e uno spazio dedicato a un diario cromatico personale.
Qui di seguito riporto una presentazione del modulo e la premessa metodologica ad una prima eventuale edizione.
Presentazione del modulo agli enti
Il modulo L’interazione del colore, che qui vi presento, nasce per offrire ai ragazzi un’esperienza didattica completamente basata su esercizi pratici ed esperienziali di manipolazione del colore.
Il modulo è pensato come laboratorio pratico, e in parte anche concettuale, per esplorare il colore nella sua dimensione più viva: quella percettiva. Lontano da approcci teorici astratti, il percorso accompagna gli studenti in un’esperienza concreta di manipolazione e osservazione cromatica, stimolando la loro attenzione sensoriale, la riflessione critica e la capacità progettuale.
Attraverso esercizi con carte colorate, tessuti e strumenti digitali, gli studenti scopriranno come i colori si influenzano reciprocamente e come l’apparenza di un colore dipenda dal contesto in cui si trova. L’interazione diventa così la chiave per comprendere che il colore non è mai assoluto, ma sempre relativo e mutevole. Questa consapevolezza è alla base della sensibilità visiva e della competenza cromatica in ambito artistico, grafico, sartoriale e comunicativo.
Il modulo si articola in sette lezioni. Ogni esercizio è pensato per essere replicabile e trasformabile, affinché ogni studente possa farne esperienza in modo personale e autentico. Il laboratorio si ispira alla pedagogia del vedere elaborata da Josef Albers nei suoi corsi al Bauhaus, al Black Mountain College e da ultimo a Yale, dove il colore non era oggetto di decorazione o espressione, ma materia di studio, scoperta e dialogo.
Dal punto di vista dei contenuti, il modulo si ispira all’opera Interaction of Color1 del prof. Albers, basata lezioni tenute a Yale negli anni '50, e alla preziosa guida pratica Interacting with Color2 curata da Fritz Horstman per la «Josef and Anni Albers Foundation». Gli esercizi proposti, seppur già sperimentati in ambito internazionale, vengono qui per la prima volta tradotti, adattati e messi alla prova nel contesto dell’IeFP. Anche per questo motivo, il carattere sperimentale del corso si carica di ulteriore significato.
Premessa metodologica
Quando avrà luogo per la prima volta, il modulo non si presenterà come un corso preconfezionato, ma come un’esperienza viva e in divenire, il cui esito dipenderà dal contributo di tutti i partecipanti, alunni o docenti che siano.
Il modulo intende avere carattere di esperimento dichiarato e questa sperimentalità sarà fin da subito condivisa con gli studenti. Sarà dunque aperto alla possibilità di modifiche e aggiustamenti, sulla base delle osservazioni e delle proposte emerse durante il lavoro in aula.
A ispirare questa impostazione è l’idea che un modulo, per quanto accuratamente progettato, debba necessariamente adattarsi a chi lo abita: alle competenze pregresse, alle curiosità e al vissuto dei ragazzi, ai diversi linguaggi dei parlanti e al modo in cui i giovani guardano il mondo. In questo senso ogni prima edizione è anche una sperimentazione. È una messa a punto che chiama in causa la responsabilità didattica del docente e la partecipazione attiva degli studenti, ai quali sarà espressamente chiesto di testare gli esercizi, suggerire varianti e offrire feedback. Insieme si proverà a costruire una cassetta degli attrezzi condivisa, fatta di scoperte, errori, assemblaggi, osservazioni, che potrà fungere da base per le eventuali successive edizioni del corso.
Come sosteneva Bruno Ciari, «bisogna partire dal mondo del ragazzo». E Franco Lorenzoni3 ci ricorda che ogni progettazione didattica è una ricalibratura continua, capace di accogliere l’imprevisto e di trasformarlo in leva formativa. In questa prospettiva, il modulo L’interazione del colore prende forma come un piccolo laboratorio di ricerca didattica, aperto, generativo, fondato sull’idea di un curricolo emergente che nasce nel dialogo euristico tra ciò che il docente propone e ciò che gli studenti mettono in campo.
Sono convinto che dichiarare questo approccio non ne diminuisca l’efficacia, ma ne accresca la forza. È un modo per valorizzare l’intelligenza degli studenti, responsabilizzarli, renderli co-protagonisti del percorso. È un modo per dire che si può imparare facendo, sbagliando, osservando, discutendo. E per scoprire, insieme, che il colore non è solo una questione estetica, ma un’esperienza percettiva, psicologica e culturale, capace di aprire nuove strade alla progettazione, alla comunicazione e alla comprensione del mondo.
Syllabus del modulo
Il Syllabus del modulo è disponibile per la lettura e liberamente scaricabile e riutilizzabile, in formato Google Docs, facendo click sul seguente pulsante:
Albers J. (1963), Interaction of Color, Yale University Press, New Haven-London. Il libro del prof. Albers è oggi accessibile on-line, sotto forma di portale interattivo, al seguente indirizzo: Interaction of Color | Interaction of Color Complete Digital Edition
Horstman F. (2024), Interacting with Color, Yale University Press, New Haven-London
Si veda in proposito sul sito dell’IPRASE la scheda «Il dialogo euristico. Incontri formativi per favorire il dialogo e l’ascolto reciproco a scuola