Caro collega insegnante, ti sei mai cimentato nello scrivere qualcosa sulla scuola, l'educazione o la pedagogia? Hai mai riflettuto su questi argomenti? Vorresti provare a scrivere un "tema di italiano" su questi temi?
Qui nel diario di Ulisse trovi una selezione delle più belle e interessanti tracce delle magistrali che potranno stimolare il tuo pensiero critico. Se vuoi puoi anche inviarci le tue riflessioni. Le tracce qui sotto riportate sono state proposte agli studenti a partire dagli anni Cinquanta fino a giorni nostri, al termine del ciclo di studi magistrali.
La fonte dalla quale ho ricavato le tracce è un documento PDF presente sul sito dell'editore "Baldini+Castoldi", di cui qui di seguito si riporta per esteso l'URL: https://www.baldinicastoldi.it/public/uploads/2017/06/TEMI.pdf
Le tracce
Abilitazione magistrale 1950 – L'importanza del cinematografo nell'educazione, vantaggi e svantaggi; luci ed ombre di questo moderno mezzo di rappresentazione; applicazioni di esso che si ritengono particolarmente utili alla scuola.
Istituto magistrale, prima traccia, 1951 – «Educare vale liberare: liberare il corpo dall'inerzia e dalla mollezza, liberare l'anima da ciò che è puramente sensibile e aprirle il volo verso regioni più ampie e serene, liberare la volontà dalla tirannia propria come dalla tirannia altrui (N. Tommaseo)»
A questa prima traccia del '51 ne seguiva una seconda che non aveva a che vedere con un argomento specifico legato al mondo dell'educazione ma che aveva a che fare col persorso compiuto dagli studenti nel corso degli anni trascorsi all'istituto magistrale. È uno spunto di riflessione che anche noi adulti insegnanti potremmo trovare interessante.
Istituto magistrale, seconda traccia, 1951 – Cercate di far la critica dei temi di italiano che vi sono"stati assegnati durante il corso superiore di studi, indicando quali vi sono sembrati più adatti e perché.
Abilitazione magistrale, 1959 – «Si intitola una scuola elementare al nome di un pedagogista italiano. Dite quale ed esponete le idee che la sua opera vi richiama alla mente ».
Abilitazione magistrale, 1960 – «La signora Lalla» di Marino Moretti (non riproduciamo la poesia, data l'eccessiva lunghezza) [n.d.r., il testo integrale della poesia è riportato in fondo a questo articolo]: 40 versi. Inizia: «C'era una volta — or mi vien a mente — la scuola della festa. Era una scuola alla buona, così con una sola maestra, vecchia, senza la patente […]»
Abilitazione magistrale, seconda traccia, 1964 – Come intendi sviluppare nei tuoi alunni di domani il senso dell'individualità e della socialità.
Abilitazione magistrale, prima traccia, 1964 – Passo da interpretare: "La scuola" di Francesco De Sanctis. «Io avevo per quei giovani un culto, sentivo con desiderio i loro pareri, godevo a vedermeli attorno con quei gesti vivaci e quelle facce soddisfatte! Essi guardavano in me il loro amico, io avevo il loro entusiasmo e i loro ideali, e se in loro vi era una parte del mio cervello, da loro veniva a me una fresc'aura, vita e ispirazione. Senza di loro mi sentivo nel buio».
Il brano proposto dalla prima traccia del '64 è tratto dal primo volume delle «Memorie, lezioni e scritti giovanili» di Francesco De Sanctis, dedicato alla giovinezza e agli studi hegeliani.
Abilitazione magistrale, 1966 – Come spieghi nella fretta della vita moderna la raccomandazione fatta agli educatori di procedere lentamente, nello svolgimento dell'opera didattica.
Abilitazione magistrale, 1967 – Quali sono, secondo voi, i valori nuovi del mondo contemporaneo che il maestro dovrebbe attuare nell'insegnamento, soprattutto con l’esempio del suo comportamento?
È probabile che pochi dei candidati italiani abbiano scelto questa traccia nel '67. L'argomento non è mai strato riproposto.
Maturità magistrale, 1972 – Commentate la seguente affermazione di Célestin Freinet: «Quando il fanciullo pensa che il suo lavoro ha un fine e che può darsi interamente a un'attività non più scolastica ma sociale ed umana sente anche liberarsi in lui un potente impulso ad agire, a cercare, a creare ».
Maturità magistrale, 1973 – La concezione della libertà nella moderna teoria dell'educazione.
Maturità magistrale, 1973 – In quale modo e con quali mezzi è possibile nella scuola elementare educare i ragazzi all'autonomia e all'assunzione di responsabilità?
Maturità magistrale, 1977 – «Io credo che sia male sfruttare l'età del bambino per sviluppare in lui lo spirito di concorrenza e di antagonismo collettivo. Non si fa per suscitare un cattivo spirito di corpo e le prime espressioni di un sentimento di solidarietà ma di dominio nei confronti di un altro gruppo: la forma di dominio più spiacevole, più ricca, più nefasta». Commentate questa frase di H. Wallson e dite con quali mezzi si può sviluppare nei fanciulli il sentimento di solidarietà.
Maturità magistrale, 1980 – Quali sono i fattori essenziali che incidono sul rapporto insegnante-alunno nella scuola tradizionale e nella scuola attiva.
Maturità magistrale, 1985 – La ricerca pedagogica ha capovolto il punto di vista dell'impostazione dell’azione educativa: dalla pedagogia dell’insegnamento alla pedagogia dell'apprendimento. Trattane analiticamente.
Maturità magistrale, 1991 – Il dinamismo incessante che investe i processi evolutivi della società odierna non lascia indenne la scuola, ma ne sollecita un costante adeguamento. Esponga il candidato le proprie considerazioni sulla questione, anche con riferimento al problema dell'aggiornamento del docente.
Maturità magistrale, 1993 – L'educazione scientifica nella scuola elementare: non più letture e composizioni sugli alberi e i fiori, sulla pioggia e la neve, sul mare e sui monti, ma contatto vivo con la realtà ed esplorazione del mondo naturale, per una conoscenza diretta della natura ed una tempestiva promozione dell'educazione ambientale.
Maturità magistrale, 1994 – Si può comunicare senza parole: con l'espressione del volto, con la posizione del corpo, con i gesti delle mani, con le immagini. Rifletta il candidato su queste varie forme di comunicazione non verbale e sul potenziale educativo che vi si addensa.
Maturità magistrale, 1995 – In quale modo l'educazione potrà rifondare, nella coscienza dei cittadini e soprattutto in quella dei giovani, la fede nella nobiltà della politica intesa come impegno personale ispirato all'etica del servizio e della responsabilità?
«La signora Lalla» di Marino Moretti
Quando l’anima è stanca e troppo sola
e il cuore non basta a farle compagnia
si tornerebbe discoli per via,
si tornerebbe scolaretti a scuola
Oh sì! prendiamo la cartella scura.
il calamaio in forma di barchetta,
i pennini, la gomma e la cannetta,
e la storia sacra e il libro di lettura.
E ripetiamo: S’ode… s’ode a destra
uno squillo di tromba…, per la via,
o il «Cinque Maggio» o l’altra poesia
che dovremo dir tra breve alla maestra.
Andiamo, andiamo! Il tema è messo in bella!
Andiamo, andiamo! Il tema è messo in buona!
Dio, com’è tardi! La campana suona…
Fra poco suonerà la campanella…
Ma che dico? È domenica, è vacanza!
Non c’è scuola, quest’oggi: solamente
c’è da imparare un po’ di storia a mente
soli, annoiati, nella propria stanza.
C’era una volta – ora mi viene a mente
la scuola della festa. Era una scuola
alla buona, così, con una sola
maestra, vecchia, senza la patente.
Signora Lalla, dove sei? T’aggiri
nella tua casa piena di panchetti
o su un quaderno scrivi un 5 e metti
un punto sopra un i, con due sospiri?
Signora Lalla, hai più quel mio ritratto
ch’io ti donai per Sant’Eulalia? e quella
treccia, in un quadro, d’una tua sorella
defunta? e l’altarino è ancora intatto?
Forse sei morta. Ed i tuoi strani oggetti
sono scesi con te, con la tua spoglia
dentro la fossa. La tua casa è spoglia
dei quadri, dei presepi e dei panchetti.
Che importa? Io t’amo e tu sei viva, o muta
immagine che guardi i miei quaderni
d’ora e i noti caratteri vi scerni
con uno sguardo di sopravvissuta.
Come son vani, come son diversi,
signora Lalla, i miei compiti d’ora.
Dimmi, vuoi riguardarmeli tu ancora?
Sembra uno scherzo, ma son tutti in versi.
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