Biografia di Luigi Giuliani
Il racconto della vita, delle esperienze, della formazione e della visione dell'educazione del mio amico e autore di questo sito
Ultimo aggiornamento 5 luglio 2025
1. Formazione
Luigi nasce a Rieti e compie il suo percorso scolastico iniziale con una forte propensione all’osservazione, alla precisione e al senso del dovere, che trova spazio tanto tra i banchi di scuola quanto nelle prime esperienze di lavoro nell’azienda di famiglia. Consegue il diploma di liceo scientifico e dedica poi un anno al servizio civile con l’UNPLI (Unione Nazionale delle Pro Loco d’Italia), partecipando al progetto “L’arcobaleno della storia della cultura italiana”.
La sua traiettoria universitaria è articolata e segnata da numerosi tentativi, esplorazioni e cambi di rotta: frequenta giurisprudenza a Perugia, ingegneria per l’ambiente e il territorio a Rieti, lettere con indirizzo storico-religioso a Roma. Tuttavia, nessuna di queste esperienze riesce a dargli fin da subito quel terreno fertile che desidera, quell’incontro trasformativo che faccia vibrare le corde più intime della sua ricerca. Solo anni dopo, unendo i puntini a posteriori anche grazie all’aiuto dello psicoterapeuta, psicologo dello sport e della alte prestazioni nonché formatore aziendale, Dario Carloni, riuscirà a dare senso a quell’irrequietezza e a ricomporla in un progetto coerente.
Torna alla formazione formale molti anni dopo, quando si iscrive e frequenta con successo un percorso di alta formazione professionale (ITS Academy) presso l’Istituto Artigianelli di Trento, con indirizzo tecnico superiore grafico per la comunicazione multicanale. La sua tesi di diploma dedicata al Il Design Thinking nella didattica, unisce finalmente passione, competenze e visione pedagogica.
Parallelamente, Luigi coltiva un apprendistato permanente, informale, autonomo: frequenta corsi promossi dai contesti di lavoro, studia pedagogia attiva, tipografia, spiritualità, informatica, comunicazione visiva, management. La sua è una formazione continua ed eterogenea, mai lineare ma sempre viva e generativa.
2. Esperienze professionali
Il percorso professionale di Luigi inizia precocemente, nelle due aziende di famiglia: un panificio-biscottificio e una copisteria. In questi contesti apprende il valore del lavoro artigianale e del servizio: impara a impacchettare biscotti, a redigere fatture e bolle, a consegnare porta a porta, a parlare con i clienti. Nella copisteria, una delle prime della zona, muove i primi passi nel mondo della grafica, usando software come Microsoft Publisher e stampanti laser monocromatiche, sviluppando le sue prime competenze tecniche e relazionali.
Segue un’esperienza formativa e creativa come guida museale presso il Museo dell’Olio della Sabina, dove opera sotto la direzione dell’architetto Sveva Di Martino. Qui progetta percorsi didattici basati sul dialogo e sull’interpretazione delle installazioni d’arte contemporanea, trasformando le opere in “oggetti culturali” da esplorare con lo sguardo e la parola. In parallelo, lavora alla PGE s.r.l. di Rieti, azienda specializzata in grafica per la grande distribuzione organizzata.
Nel 2007, dopo essersi trasferito a Trento, inizia un lungo percorso nel mondo Apple: lavora per anni presso un Apple Premium Reseller, dove si forma nel campo della vendita, della gestione, del supporto tecnico e dell’ascolto del cliente. È qui che incontra molti giovani della scuola Artigianelli, scoprendo con stupore l’esistenza di una scuola superiore a indirizzo grafico, che diventerà per lui un punto di riferimento.
Dopo alcune esperienze di rientro a Rieti e di nuovo alla PGE S.r.l., Luigi torna definitivamente a Trento, dove riprende a lavorare nell’Apple Premium Reseller e si avvicina sempre di più al mondo educativo. Inizia così la sua avventura come docente esterno all’interno dell’Istituto Artigianelli, prima in un percorso per ragazzi a rischio di dispersione scolastica, poi nei pomeridiani di potenziamento. Infine dal 2023, col suo sito personale lascuolaimmaginata.it, inizia ad occuparsi della stesura di moduli formativi dedicati al mondo colore e alle tecniche di vendita.
Contemporaneamente lavora presso SEAC S.p.a., azienda specializzata in software e libri per il settore fiscale e del lavoro, e dal 2022 è operatore tecnico ausiliario e supporto informatico al Centromoda Canossa, un centro di formazione professionale dove unisce competenze tecniche, relazionali e pedagogiche. Accanto a queste attività, Luigi continua a offrire, a titolo gratuito e quando ne capita l’occasione, servizi grafici, mentorship e accompagnamento a studenti nella realizzazione di tesine, slide e project work.
3. Progetti significativi
I progetti di Luigi non sono semplici esperienze professionali: sono tracce vive della sua visione educativa, della sua creatività, della sua dedizione. Fin da giovane sviluppa piccoli ma significativi lavori grafici: impagina le preghiere del sacerdote don Giuseppe Caprioli con strumenti informatici elementari, realizza volantini e manifesti per la pro-loco del suo paese e l’associazione «Pedalapiano», crea i menù per un circoloculturale gastronomico, stampa biglietti da visita e buste personalizzate per amici e clienti con tecnologie minime ma spirito artigiano.
Nel museo dell’Olio della Sabina progetta visite guidate basate sul dialogo euristico, sull’uso di domande e di interpretazioni collettive delle frasi di Maria Lai, integrando anche i mazzi di carte progettate dalla stessa artista per bambini e adulti (i “Luoghi dell’arte”), adoperandoli come strumento didattico. Cura per più edizioni una mostra multimediale che combina musica tradizionale, fotografie d’archivio della pro-loco e narrazione.
Un altro progetto significativo è la ricostruzione digitale dell’installazione museale Sala multimediale, del Museo dell’Olio della Sabina. Si tratta di un sito off-line, progettato in RapidWeaver, ospitato su un Mac Mini, che replica e ricostruisce la vecchia applicazione realizzata alla fine degli anni '90 e dedicata alla storia dell’olivo. È un esempio perfetto di come Luigi sappia coniugare memoria, tecnologia, cultura materiale e fruizione contemporanea.
Nel campo della didattica, si distingue per la tesi del suo percorso ITS, dedicata al Design Thinking nella didattica, e per l’ideazione del laboratorio di matematica applicata “Ingegno”, dove la materia diventa terreno di compiti autentici, documentati in un sito web realizzato con Google Sites. Si ispira al flipped learning e alle pratiche didattiche di Maurizio Maglioni.
Continua a portare avanti un’attività costante di mentorship, aiutando ragazzi e ragazze nella realizzazione di materiali scolastici per gli esami: impaginati, slide, presentazioni. Anche questi, per lui, sono gesti educativi pieni di senso.
4. Tecnologia e pedagogia
Per Luigi, tecnologia e pedagogia non sono mondi separati, ma profondamente intrecciati. Il suo primo approccio alla tecnologia nasce in famiglia, quando è chiamato a stampare etichette con data di scadenza variabile per i prodotti del forno di casa. Da lì, scopre il potenziale trasformativo degli strumenti informatici, e se ne innamora.
Il vero punto di svolta arriva con Publisher di Microsoft, poi con Swift Publisher della Belight Software, e infine con il linguaggio Markdown, che diventa la sua sintassi quotidiana: lo usa per scrivere, pensare, progettare, presentare. Con Deckset crea slide essenziali e potenti. Scrive ovunque in Markdown: su Google Docs, su StackEdit, nei suoi materiali per la didattica.
Nel tempo, la sua alfabetizzazione digitale si arricchisce di nuove esperienze: dalla gestione del negozio alla formazione dei clienti, fino all’insegnamento della comunicazione digitale e della grafica nei percorsi educativi. Porta la tecnologia nella scuola con attenzione e senso critico, mai come fine, ma sempre come mezzo per migliorare la relazione educativa, per facilitare l’espressione, per ampliare l’accesso e la comprensione.
La tecnologia, per Luigi, è uno spazio di libertà e presenza. Nei suoi laboratori, i media non sono solo strumenti da usare, ma occasioni per costruire senso. Dal sito del museo alla tesi sul design thinking, dalla didattica capovolta ai compiti autentici digitali, ogni attività è pensata per restituire centralità all’esperienza dell’apprendente.
Il suo approccio pedagogico è sempre pratico, mai ideologico. Rifugge le mode e si ispira alla concretezza dello scoutismo, alla profondità della pedagogia steineriana, alla vivacità delle scuole attive, integrando strumenti contemporanei in una visione che resta umana e relazionale.
5. Visione personale dell’educazione
Luigi vede l’educazione come un atto relazionale, spirituale e trasformativo. Una responsabilità profonda, non neutra. Non è solo trasmettere contenuti, ma accompagnare una persona verso ciò che può diventare, aiutandola a riconoscere il proprio valore, ad attraversare i limiti, a scegliere con consapevolezza.
La sua visione è profondamente ispirata dal mondo scout, che riconosce come uno dei pochi movimenti capaci di integrare in modo armonico le migliori istanze pedagogiche del Novecento: la scuola attiva, l’educazione all’aperto, l’autoeducazione, la centralità del gioco, la dimensione spirituale, il valore del servizio. Luigi ha vissuto una breve ma intensa esperienza in AGESCI, si è formato autonomamente leggendo i manuali delle branche, e oggi continua a dialogare con educatori del CNGEI. Lo scoutismo, per lui, è un laboratorio permanente di educazione integrale.
L’educazione, nella sua visione, è anche spirito di comunità, promessa, coeducazione tra pari, manualità, benessere, stile di vita. È “migliorare l’altro”, come afferma il professor Felini. E soprattutto, è dare fiducia: fiducia ai ragazzi, alle loro esperienze, alla loro capacità di apprendere, di crescere, di scegliere.
All’interno di questo orizzonte, Luigi riconosce nella pedagogia steineriana un richiamo alla libertà come scopo ultimo, nella flipped classroom un modo per restituire centralità alla pratica, nell’Universal Design for Learning uno strumento per includere e diversificare. Il suo approccio è organico: integrato, attivo, etico.
In ogni ambito dove si è trovato a operare, dalla vendita al museo, dalla scuola al sito web, ha cercato di esercitare questa visione: ascoltare, capire, offrire strumenti, sostenere la crescita altrui. L’educazione non è mai stata per lui un mestiere, ma una forma di presenza.
6. Incontri e immagini simboliche
La biografia di Luigi è attraversata da incontri che l’hanno segnato profondamente. Alcuni sono stati maestri nel senso classico: il professor Natalino Madeo, docente di italiano e latino, che gli propose di tradurre Lucrezio e lo aiutò a scrivere la sua prima lettera di presentazione per l’Istituto Artigianelli; don Giuseppe Caprioli, con cui impaginava le prediche al computer, in un atto silenzioso di cura reciproca.
Altri maestri sono nati da occasioni impreviste: G. Molin, il gelataio diventato psicologo, che lo portò all’insegnamento nei percorsi per ragazzi fragili; M. Grassi, collega che gli parlò per la prima volta di buddismo; Maurizio, che gli suggerì di “riscrivere” il curriculum e lo indirizzò verso il primo lavoro da grafico; Francesco Pitocco, il professore universitario che gli fece scoprire il mondo Apple.
E poi ci sono i maestri spirituali e pedagogici: Lodovico Pavoni, figura ispiratrice nel mondo della formazione professionale; Thich Nhat Hanh, suo maestro radice nella meditazione e nella consapevolezza; Frank Bettger, autore di un libro che ha rivoluzionato il suo approccio alla vendita; Alberto Manzi, scoperto per caso in una libreria, e da cui ha preso il via un percorso appassionato nella pedagogia attiva, da Freinet a Pizzigoni.
Ma soprattutto, Luigi riconosce nei ragazzi i suoi maestri più autentici. Ogni studente incontrato è stato uno specchio, un nodo irrisolto, una possibilità di riscrittura. Hanno fatto emergere in lui fragilità, limiti, nuove domande. Lo hanno spinto a imparare, a migliorarsi, a tornare in ascolto. Molti di quei ragazzi oggi sono adulti, ma Luigi porta ancora con sé le loro firme tatuate sul polso: simboli viventi di un tempo condiviso che continua ad agire in lui.
Non ha un simbolo unico a rappresentarlo. Se deve sceglierne uno, forse sono proprio quelle firme. Oppure le nuvole: mutevoli, aperte, leggere, ma capaci di indicare direzione, di far pensare, di unire cielo e terra con tutto ciò che contengono.