«Le tecniche didattiche sono i valori stessi» scriveva Bruno Ciari. Il nome di Bruno Ciari non è certamente famoso come quello di Maria Montessori. Il suo contributo al mondo della scuola negli anni '60 del XX secolo, al Movimento di Cooperazione Educativa, e al mondo della pedagogia in generale è però prezioso.
Questa riflessione a ruota libera trae ispirazione da una frase di Bruno Ciari che comapre nell'opera "Le nuove tecniche didattiche". Numerose sono le citazioni e le note margine delle stesse che hanno catturato la mia attenzione. Chi volesse soltanto leggere gli estratti estrapolati dall'opera può trovarli nell'articolo dedicato al libro all'interno della sezione "Marginalia".
Per chi si vuole fare un'idea più approfondita di chi fosse Bruno Ciari, l'invito è quello di cercare in autonomia del materiale che lo riguardi su YouTube, in biblioteca, sui vari portali del web che trattano dell'ambito educativo ecc.
Tanto per cogliere al volo la portata della figura, voglio riportare qui di seguito i titoli delle prime pagine web che fuoriescono come risultato se si cerca tramite Google la seguente chiave: "Bruno Ciari Treccani":
Anche solo questa manciata di risultati dell'enciclopedia Treccani è sufficiente a formare un bel curriculum.
Introduzione
C'è da fare una importante dichiarazione. Queste riflessioni non possono terminare qui. Non possono finire qui per due motivi. Il primo è che l'opera di Ciari è una di quelle che vanno lette e poi rilette. Il secondo è che, data la portata del pensiero di questo pedagogo, è impossibile non pensare e ripensare, meditare e riflettere su quello che egli scrisse e che è oggi ancora così attuale, così fondante di quella educazione attiva che deve ancora sorgere e sbocciare in tutta la sua lucentezza, forza e profumo, per invadere e permeare i nostri sistemi educativi contemporanei.
Questo è uno di quegli articoli che andraggio aggiornati di tanto in tanto.Per chi fosse interessato alla figura di Ciari e ai suoi argomenti, l'invito è quello di tornare in questo blog di tanto in tanto.
Sui valori, i principi e le norme educative all'interno della scuola
Annotazione a margine di Estratto, Page 11, "L'elaborazione delle tecniche"
Questo non significa che lasceremo da parte, come cosa che non ci riguarda, e dinanzi a cui siamo “neutri”, le finalità e i valori che stanno a fondamento dell’opera educativa. Noi pensiamo di occuparci dei valori ideali, di cui tanta gente si riempie la bocca nei congressi e nei libri, proprio per il nostro impegno a elaborare le “tecniche”.
In una domenica di serenità mi sono messo a riflettere sui valori e i principi per 10 minuti a partire dalle parole di Ciari relative alla scuola, sulle parole di Nansen Osho relative alle linee guida di comportamento di ognuno di noi e alle parole ispiratrici di un preparatissimo espero di sicurezza a proposito della nostra carta costituzionale come elenco di principi e non di norme (le norme derivano dai principi costituzionali e non viceversa.
Se per una scuola provassimo ad ipotizzare dei valori e delle tecniche da proporre? E se li mostrassimo poi all'Open Day come elemento fondamentale della scuola che va sottoscritto all'iscrizione e cui si aderisce in automatico quando si entra a far parte di essa? I valori non potrebbero essere elementi fondamentali al pari dei laboratori, degli ambienti didattici e della proposta formativa?
E se questi valori e tecniche didattiche fossero sottoposte all'attenzione degli studenti il primo giorno di scuola e gli venisse chiesto di aderirvi e venisse loro presentato un progetto di scrittura di una "Carta studentesca" sulla falsa riga della Carta di Clan degli scout?
Non sarebbe forse più educativo? Non sarebbe forse l'occasione per far scrivere a loro le norme e le regole di vita e di comportamento a scuola ispirate ai valori e alle tecniche didattiche cui essi stessi hanno aderito fin dal primo giorno e di cui sono venuti a conoscenza dal sito e dalla presentazione degli stessi durante l'open day?
I valori e i principi si possono esporre in tanti modi.
Si potrebbe dire che un valore ad esempio è la giustizia. Oppure si potrebbe tradurre tale termine in una frase del tipo"giustizia: tratta gli altri con equità e imparzialità, rispettando i loro diritti e riconoscendo il loro valore intrinseco", o "fai la cosa giusta nei confronti degli altri e dell'ambiente che ti circonda".
Si potrebbe immaginare un momento solenne in cui i ragazzi di prima fanno una promessa consapevole? Questa promessa potrebbe poi costituire la base, insieme ai valori e le tecniche didattiche, sulla quale costruire la "Carta studentesca" più avanti, alla terza annualità, sui 16 anni.
E le altre scuole quale valori propongono all'Open Day durante il quale il ragazzo sceglie insieme al genitore? E quali valore propongono all'Open Day cui spesso i ragazzi partecipano da soli?
Come parla Nansen Osho dei principi che hanno ispirato il suo agire
Intro
Nella vita si incontrano sempre problemi e difficoltà. Se in quelle situazioni possediamo delle linee guida, riusciamo ad andare avanti senza perderci.
Vi rivelo un segreto: tutto è iniziato grazie al professor Masanobu Fukushima, che mi insegna e mi fa notare sempre qualcosa di nuovo. In un suo seminario ha assegnato il compito di «stabilire la propria linea di condotta in dieci punti». Ho quindi iniziato a riflettere: «Quale sarà la linea di condotta che più mi si addice?» Da buon buddhista, ho pensato di prendere spunto dagli insegnamenti del Buddha e di trarre ispirazione da saṇgaha-vatthu e pāramitā. Così, riportando queste virtù una per una, ho stilato il seguente elenco di dieci norme a possibile guida del nostro comportamento: […]
Vivete secondo le vostre linee guida
Tra gli insegnamenti di base del buddhismo esiste un precetto chiamato I Tre rifugi. Il primo di questi è Namu kie butsu, ovvero «Prendo rifugio nel Buddha». Ciò significa: «Io vivo facendo del Buddha il mio sostegno spirituale». La parte fondamentale è proprio l’«Io vivo», ben diverso da un «Vivi!» Un «precetto» è una norma che ci permette di giudicare se facciamo progressi e se affrontiamo le cose nel modo giusto. Per me «precetti» e «linea di condotta» sono concetti molto simili: una linea di condotta costituisce il comportamento disciplinare e l’«asse» di una persona. Se, da soli, stabilite che vi comporterete «in quel certo modo», la vostra mente non oscillerà.
Per fissare il vostro asse, però, è fondamentale che stabiliate in che cosa consiste il vostro io ideale, decidendo come volete agire e come volete diventare. Immaginate la giornata ideale che trascorre il vostro io ideale e puntate alla sua realizzazione: è proprio questo tipo di quotidianità il modo di vivere di chi segue delle linee guida. L’ideale del buddhismo è il nirvana. Consiste nel chiedersi come sia meglio che viva ciascuno di noi perché tutti raggiungano la felicità.
Provate a pensare ai vostri precetti/linee guida. Stabilite qual è vostro io ideale e una volta compreso come il vostro io ideale trascorrerebbe le proprie giornate ideali, la vostra quotidianità diventerà così piacevole che non vi sembrerà vero. Se fisserete il vostro asse, la vostra mente non oscillerà.
Ci vuole progettazione cooperativa e condivisa per mettere in atto tutto ciò.
Riflessione su di un possibile principio
Il rispetto delle persone e dell’ambiente
Ne derivano:
la raccolta differenziata dei rifiuti corretta
spiegazioni delle diverse tipologie di rifiuti
dei rifiuti speciali
il rispetto per gli ambienti scolastici, i bagni, le porte, il decoro
la salute personale e l'igiene
la pulizia dei banchi senza scritte
la pulizia dell’aula al termine dell’ultima ora del mattino e dell’ultima ora del pomeriggio
il linguaggio corretto nei confronti degli altri
l’assenza di furti
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Ultimo aggiornamento: sabato 20 aprile 2023
Prima redazione: febbraio 2023
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