La pedagogia: un modo di pensare
La pedagogia è per me un modo di pensare, non solo una scienza perché sono uno scienziato o un professore. E nemmeno solo un lavoro perché non faccio il pedagogo.
È per me dunque un modo di pensare. Penso pedagogicamente. L'educazione, i ragazzi che vedo a scuola, le vite dei giovani, ciò che gli studenti imparano e quello che vivono a casa e fuori di casa, la scuola, la didattica, la formazione professionale, i metodi, le grandi maestre e i grandi maestri del passato non più tra noi, riempiono le mie giornate, dal momento in cui apro la porta della scuola alle 7:30 del mattino fin quando non esco dal portone di un'altra scuola, ho la fortuna di frequentarne due, alle 20:00 della sera.
Questo modo di pensare mi è congeniale e mi fa sentire un educatore, anche senza esserlo sulla carta, a modo mio. Forse sono solo un appassionato di pedagogia, un solitario e barroco viaggiatore di mondi educativi disorganici e utopici. Ma d'altronde di continuo li sogno come ancora non sono. Una volta hanno chiesto ad uno studente dei miei corsi "Qual è un obiettivo il prof Luigi Giuliani che vorrebbe raggiungere con i ragazzi?" e la risposta è stata "Credo che uno dei suoi principali obiettivi sia far raggiugnere al ragazzo i propri obiettivi." Se comuncire dal bambino è il punto di partenza di tutta la didattica, questo per me è il fine ultimo dell'educazione.
La pedagogia è un modo di pensare che deve accompagnare un educatore lungo tutta la sua esperienza professionale, un modo di pensare fatto anche di conoscenze precise, certo, ma che devono innervare la capacità di analisi (ad esempio, delle situazioni in cui si trova a operare), la riflessività (ad esempio, sulle sue azioni), l’acutezza di sguardo, la curiosità, la capacità di compiere scelte sensate, di mettersi in relazione, di esprimere e giustificare in modo adeguato le scelte compiute.
Questa capacità di pensare va costruita ed esercitata, imbevendola sì del confronto con le teorie e le riflessioni che la disciplina pedagogica ha elaborato nel corso degli anni, ma affinché queste si trasformino in materia viva, capace di nutrire un pensiero autonomo, poiché nel suo lavoro nessun educatore o insegnante può pensare di limitarsi ad applicare metodi prefissati o procedure codificate.
[…] Nel testo, la scelta, abbastanza inusuale, di parlare in prima persona ha proprio lo scopo di rendere visibile il soggetto che sta elaborando i pensieri, per mostrare un esempio manifesto, per quanto personale e limitato, del pensare pedagogico.
— Damiano Felini in Teoria dell'educazione
La foto dell'articolo
La foto di quest'articolo è presa dal sito del Fondo Ambiente Italiano. Si tratta della scuola milanese "Rinnovata Pizzigoni" nel quartiere della Ghisolfa, fondata agli inizi del '900 da Giuseppina Pizzigoni.