La storia di una scuola e di un sogno
Quando ho iniziato a scrivere questo blog, l'ho chiamato affettuosamente Blog 725. Era un nome corto, simile ad un nome in codice, che portava con sé una storia profonda e commovente. Anche se ora lo conoscete come lascuolaimmaginata.it, quel numero, 725, racchiude un mondo di ricordi e significati che meritano di essere esplorati.
L'ispirazione e il significato dietro il nome attuale
Prima di raccontare la storia legata al numero 725 permettetemi una breve parentesi sul nome attuale. Al contempo vi chiedo di provare a capire il nesso tra i due nomi.
L'ispirazione mi è venuta nel 2020, mentre lavoravo alla mia tesi di diploma ITS. Ho preso spunto dal titolo del libro “Il museo immaginato” di Philippe Daverio. Nell'opera il critico d'arte e presentatore TV proponeva al lettore una speciale visita all'interno delle stanze di un sontuoso palazzo contenente le più belle opere d'arte del mondo. Proprio come Daverio ha immaginato un museo, io ho sognato una scuola senza confini, un luogo dove l'educazione è accessibile a tutti, indipendentemente dalle circostanze, un ambiente in cui si comincia dal bambino per intraprendere la via dell'apprendimento/insegnamento.

Scuola 725: una storia di coraggio e determinazione
Torniamo ora al nostro 725. Il nome Scuola 725 potrebbe suonare familiare ad alcuni di voi. Esisteva davvero, ma non era una scuola come le altre. Era una baracca, la numero 725, sotto gli archi dell'Acquedotto Felice di Roma, dove a cavallo tra gli anni '60 e '70 vivevano tante famiglie. Si trattava di persone che dovevano scegliere se pagare l'affitto o portare qualcosa in tavola, e che avevano optato per la seconda. Qui, un gruppo di bambini e ragazzi ha trovato un'ancora di salvezza grazie a don Roberto Sardelli, un sacerdote con una missione: trasformare quei ragazzi in cittadini consapevoli e responsabili.
La storia di don Sardelli e dei suoi allievi è stata raccontata molte volte e merita di essere ricordata ancora. Don Roberto ha sviluppato una pedagogia unica, ispirata anche da don Milani. Il suo obiettivo? Non solo insegnare, ma crescere persone pensanti, con spirito critico, capaci di affrontare il mondo a testa alta.
Una lezione da non dimenticare
Nel 2007, un documentario intitolato “Non tacere” ha riportato alla luce le vicende della Scuola 725. Don Sardelli e i suoi studenti ormai cresciuti rievocano con passione le sfide e le conquiste di quei giorni di studio e di lotta. È un film che invita alla riflessione, a fermarsi e prendere nota, non solo delle date e dei fatti, ma delle emozioni e dei valori che ancora oggi risuonano.
Rivivere la storia online
Per chi vuole approfondire e scoprire di più, c'è anche il libro “Non tacere”, ripubblicato nel 2020 che propone sotto una nuova veste il testo realizzato dai ragazzi di Scuola 725 nel 1971. La quarta di copertina recita: «Non tacere ha un doppio significato legato alla necessità di denunciare i limiti di una scuola di stato del tutto autoreferenziale e incapace di accogliere le esigenze di una parte della popolazione, una scuola astratta e lontana dall'esperienza e dalla vita quotidiana di molti. La Scuola 725, invece, è una scuola che forma per inserirsi nel flusso della vita. Non tacere significa rompere il silenzio, parlare, denunciare, per affermare la propria dignità, prendere la parola in prima persona».
Il lettore avrà ormai colto il nesso che lega l'attuale nome di questo blog e quello di Scuola 725.

Un invito alla riflessione
Questa è una storia di resilienza e speranza, una lezione di vita che va oltre i confini della scuola. È un invito a costruire il futuro insieme ai bambini e ai ragazzi e a credere nel potere trasformativo dell'educazione.
Link di approfondimento
Le Biblioteche di Roma offrono una playlist composta di interviste e di una passeggiata commemorativa che ripercorre assieme a ex-studenti e docenti i luoghi e le vicissitudini della Scuola 725.
Galleria fotografica disponibile sul sito L'album di Roma, a cura delle Biblioteche di Roma.