Il primo compito autentico di «Ingegno»
Il processo della valutazione autentica e formativa
Introduzione
Questa introduzione è stata redatta il 22 ottobre 2023.
Ho scritto le riflessioni riportate in questo articolo il 9 settembre 2020. Stavo provando a progettare il mio primo compito autentico da sperimentare in classe nel corso denominato «Ingegno». Fu un mio amico e collega a suggerire questo bel nome per il modulo di matematica applicata che avrei tenuto, purtroppo da solo senza co-docente, durante l'A.F. 2020-2021. Eravamo da poco usciti dal lockdown, chiamiamolo pure confinamento, a causa della pandemia e stavamo per tornare a scuola distanziati e con le mascherine, che sarebbero rimaste ancora per molti mesi.
Ho tenuto traccia di tutti i compiti autentici che ho cercato di progettare per quell'esperienza. Il lavoro di sperimentazione si concluse col termine dell'anno formativo. Il percorso misto, che preveda lezioni di materie curricolari e lezioni di materie extra curricolari, fu presto assorbito all'interno della più vasta ri-progettazione didattica inclusiva dell'istituto. Dall'A.F. successivo infatti sparirono le classi e vennero introdotte le annualità. Gli studenti della stessa annualità si sarebbero di lì a poco ritrovati a lavorare suddivisi in 3-4 gruppi durante le lezioni di uno specifico corso, seguiti da 2 o più docenti. L'istituto nel 2019 era entrato a far parte, insieme ad altre scuole capofila, del Movimento delle Avanguardie educative ed aveva adottato due idee in particolare:
Ogni Idea della «Galleria» costituisce la tessera di un mosaico che mira a rivoluzionare l’organizzazione della Didattica, del Tempo e dello Spazio del «fare scuola» […] (INDIRE)
Nell'A.F. 2021-2022 i tempi erano maturi, la gestione delle emergenze relative alla pandemia era passata, ed era dunque giunto il momento di attuare pienamente la strategia prevista dalla due "idee" delle Avanguardie Educative. Il mio esperimento coi compiti autentici all'interno del percorso pensato per il ri-orientamento lavorativo dei ragazzi a rischio dispersione scolastica volgeva al termine.
Un paio di quei ragazzi frequentano ancora l'istituto mentre, gli altri hanno preso la loro strada, sono cresciuti ed proseguono il loro cammino.
Il titolo originale che avevo dato alle riflessioni redatte sotto forma di articolo era: La valutazione autentica e formativa.
Ecco il testo integrale dell'articolo che scrissi.
La valutazione autentica e formativa
Riferimenti: Valutare a distanza un percorso e una sfida
Oggi, 9 settembre 2020, voglio soffermarmi sulla valutazione autentica e formativa da mettere in atto nella progettazione del mio primo compito autentico denominato "Come conoscere gli altri e farseli amici" (n.d.r.: qui sotto il PDF del compito).
La riflessione di oggi prende spunto e cerca di cogliere i suggerimenti del webinar della FEM di Modena, «Valutare a distanza un percorso e una sfida», tenutosi nel marzo 2020.
Un necessario cambio di paradigma
Il processo di valutazione è un processo circolare: progettazione, poi azione, poi valutazione e poi il cerchio si ripete ripartendo dalla progettazione.
Tre sono i punti fondamentali:
Individuazione degli obiettivi di apprendimento: che cosa voglio che miei studenti "portino a casa" dopo la mia lezione, in termini di conoscenze, abilità e competenze?
Verificare il raggiungimento di questi obiettivi (con quali tipologie di prove e attraverso quali criteri)
Pianificare le attività didattiche necessarie per portare tutti gli studenti al raggiungimento degli obiettivi prefissati.
La domanda del primo punto è secondo me fondamentale. Ed è una domanda che ci si deve porre fin dall'inizio della progettazione di una lezione e di un compito autentico.
Mi spiego meglio con un esempio, prendendo spunto dal primo compito autentico che voglio progettare per l'inizio di questo anno scolastico. Il titolo del compito, come detto all'inizio, è "Come conoscere gli altri e farseli amici".
La mia idea per la prima lezione dell'anno è iniziare a conoscere bene i ragazzi. Per farlo, anziché porre loro delle domande uno alla volta, data anche l'emergenza Covid-19 in atto, ho pensato di ideare un compito autentico. Per il titolo e per il processo da compiere nel conoscere una persona, mi sono ispirato al famoso libro di Dale Carnegie e a Frank Bettger, che fu suo allievo e che scrisse "How I raised myself from the failure to the success".
Quindi ho immaginato una intervista che ogni studente farà all'altro, suddivisi in coppie. Alcune domande le fornirò io, mentre altre dovranno inventarle gli intervistatori. Ed è proprio ora, prima di procedere alla stesura vera e propria del compito, che sento urgere in me l'impegno di pormi quella fatidica domanda:
Che cosa voglio che miei studenti "portino a casa" dopo la lezione, in termini di conoscenze, abilità e competenze?
Voglio provare a rispondere, subito.
Voglio che i miei studenti trovino diversi modi per conoscere qualcuno, e poi approfondirne ancora meglio la conoscenza.
Voglio che i miei studenti capiscano che per conoscere qualcuno bisogna davvero essere interessati a quella persona e a cosa fa.
Voglio che i miei studenti si portino a casa una delle modalità utili per conoscere qualcuno "aiutandolo a chiarire il proprio pensiero"[1], ovvero l'arte di porre delle domande. Gli studenti devono essere in grado di formulare e porre domande che "aiutino l'interlocutore a chiarire il proprio pensiero", perché è così che ci si capisce e si approfondisce la conoscenza di qualcuno.
Bettger 1954, capitolo VII