Il modello HSV per insegnare il colore: l'invenzione di Alvy Ray Smith
Dalla geometria del cubo RGB agli strumenti per la didattica e la progettazione visiva

La Saturation del modello HSV, nel senso tecnico-computazionale, è una dimensione. Essa è la distanza tra il colore attuale e il centro dell’asse dei grigi (cioè il punto in cui tutti i canali RGB sono uguali).
Si tratta una misura assoluta e geometrica, calcolata così:
Se S = 0 allora si è su un grigio neutro (nessuna tinta visibile)
Se S = 1 allora il colore è completamente “puro” per quel valore di Value
Il modello venne descritto nel 1978 dal suo inventore, Alvy Ray Smith, che lo aveva ideato e sperimentato nei software di pittura su frame buffer, ovvero programmi di grafica che scrivevano direttamente nella memoria video. Smith sviluppò una trasformazione geometrica del cubo RGB in un modello a cono esagonale.
Come possiamo chiamarla in italiano
Saturazione. È la traduzione più diffusa e coerente con la «letteratura RGB» e con l’utilizzo storico del termine in ambito software. Il termine è quello più utilizzato all’interno dei pannelli di selezione del colore e dei dispositivi di scorrimento degli odierni programmi di grafica, come Inkscape, Affinity Designer e quelli della suite Adobe.
Bisogna però fare subito una precisazione. All’interno dei programmi di fotoritocco si utilizza la nomenclatura mutuata dai modelli HSV (HSB) e HSL del 1978 per indicare le regolazioni delle immagini anziché di un singolo colore. In proposito si consulti Olivotto, 2023.
Si badi bene che nell’ambito scientifico della colorimetria «per i colori isolati questa presenza di tinta viene chiamata pienezza. Per un colore non isolato, e quindi in relazione a una scala, si parla di croma […]». Saturazione «invece dovrebbe indicare la pienezza in relazione alla luminosità. Trattandosi di un valore vincolato alla quantità di luce, la saturazione riguarderebbe in breve solo la luce colorata e non le superfici riflettenti come un pezzo di carta.» (Falcinelli, 2017).
Se la croma e la pienezza dunque sono attributi percettivi del colore nella realtà, misurabili e visibili, la saturation del modello HSV è una dimensione, calcolabile all’interno di un modello, collegata a RGB, non visibile in un oggetto d’uso quotidiano come attributo cromatico.
Josef Albers soleva dire che bisogna distinguere il “dato di fatto” dal “fatto reale” (Interaction of color, 1963).
Si potrebbe proporre di chiamarla intensità cromatica? Forse questo temrine potrebbe chiarire l’idea, ma si tratta solo di un inutile giro di parole, meno immediato.
Ecco come spiega la saturation l’inventore del modello HSV/HSL:
Saturation measures the departure of a hue from achromatic, ie, from white or gray. […]
The hexcone model is an attempt to transform the RGB colorcube dimensions into a set of dimensions modeling the artist’s method of mixing. These are called hue, saturation, and value (HSV). Varying H corresponds to traversing the color circle. Decreasing S (desaturation) corresponds to increasing whiteness, and decreasing V (devaluation) corresponds to increasing blackness.
— Alvy Ray Smith
Dalle sue intuizioni e dai suoi quattro anni di sperimentazione Alvy Smith sviluppò il suo sistema basato su tre dimensioni:
Hue (Tinta)
Angolo nel piano cromatico (0°–360°)
Determina che colore è (es. rosso, verde, blu…)
Saturation (Saturazione)
Distanza dal centro del disco esagonale (0-1)
Indica la purezza cromatica, ovvero quanto il colore si discosta da un grigio neutro di pari Valore
Value (Valore tonale)
Altezza verticale del solido HSV (0-1)
Indica la luminosità o distanza dal nero
Quindi, la scelta migliore è…
Chiamarla «saturazione» aggiungendo con una spiegazione chiara:
Nei modelli HSV, oggi chiamato anche HSB, e HSL, utili per la selezione del colore nei software di grafica digitale in alternativa ai meno intuivi regolatori RGB, il parametro “S” è la saturazione intesa come distanza di un colore dal grigio neutro di pari valore che si trova sullo stesso piano all’interno dell’«esacono».
I parametri Hue, Saturation e Value servono dunque a navigare il colore in modo intuitivo come fanno i pittori con i tubetti e le mescolanze sulla tavolozza.

Nota sull’immagine di copertina
Ci è voluto un bel po’ di tempo per trovare l’immagine corretta e azzeccata per questo articolo. L’ho cercata a lungo finché non mi sono imbattuto nel sito di un giovane esperto del colore, Tobia Montanari. All’interno del sito ho trovato una splendida illustrazione, che si può anche scaricare con un’offerta. Segnalo che questa immagine è inglobata in un articolo di cui consiglio la lettura «HSL and HSV Explained: Which Color Model Should You Use?»