«Esiste un pensiero infantile?»
Il contributo di Alessandra Ginzburg sui risultati dell'applicazione di alcuni concetti-chiave del pensiero di Matte Blanco alla pratica educativa.
I fascicoli MCE del Laboratorio di lettura & scrittura conservati presso il Centro di Documentazione della Pedagogia Popolare costituiscono testimonianza preziosa dell'evolversi del dibattito pedagogico ed educativo nel nostro Paese.
I materiali conservati presso il Centro di documentazione raccolgono le riflessioni dei più noti esponenti del Movimento. Tra di loro spicca la figura di Natalia Ginzburg, illustre psicoanalista cui è anche dedicato un capitolo dell'ultimo libro di Franco Lorenzoni "Educare controvento. Storie di maestre e maestri ribelli".
In un precedente articolo ho già pubblicato la Premessa ad una pedagogia dell'ascolto nella scuola dell'infanzia firmata dalla Ginzburg. Di recente ho poi avuto il piacere di ricevere un altro scritto della stessa, da parte del maestro Giancarlo Cavinato del Gruppo Nazionale Lingua. Si tratta di alcune pagine del fascicolo nr. 49 del Laboratorio di lettura & scrittura contenenti due testi:
Esiste un pensiero infantile?
Educazione e bi-logica
Educare, in questa nuova accezione, è soprattutto fornire la possibilità di un rapporto armonico fra i due modi di essere dell'uomo, sola garanzia di un reale equilibrio psichico e di un'espressione totale della persona. Per raggiungere questo scopo, essenziale è anche che l'educatore entri in contatto senza timore con i propri aspetti infantili, ossia viva creativamente, nel rapporto con i bambini, la manifestazione di strati profondi della propria e della loro personalità. Solo così, nella ricerca permanente di una fusione tra realtà interna e realtà esterna, si supera l'ostilità invincibile che separa, a livello inconscio, l'adulto dal bambino e che è intrisa, in realtà, di una struggente nostalgia per il paradiso perduto e irrecuperabile dell'infanzia. L'educazione ha cercato di uccidere l'inconscio, nel bambino, e attraverso il suo inconscio, il bambino, come sterile tributo sacrificale all'ingresso nel mondo degli adulti, ma ciò facendo ha votato al fallimento e alla distruzione in primo luogo sé stessa, perché il principio di realtà non vive grazie all'annullamento del principio del piacere, bensì con una sua piena integrazione nella maturità e nell'esperienza.
Riscoprire le matrici bi-logiche del pensiero e la sua inseparabilità dall'emozione significa, perciò, concepire il processo educativo come un percorso paritetico e ininterrotto di ricerca che accomuna l'adulto e il bambino nella difficile impresa della esplorazione della realtà.
— Natalia Ginzburg, Educazione e bi-logica, in "Esiste un pensiero infantile?", fascicolo del Laboratorio di lettura e scrittura MCE
Qui di seguito è disponibile il PDF delle pagine del fascicolo. Per l'occasione ho riprogettato la copertina.