Dormo poco, sogno molto.
«Il mio progetto di vita è costruire la scuola che non esiste […]»
Hace tiempo, una maestra le preguntó a una niña: "¿Sabes leer?" Y la niña le dijo: "Leer no sabo". Dice: "¿Y escribir?". "Escribir, sí". Tanto se extrañó la maestra que le dijo: "A ver, escribe", y la niña hizo un garabato ininteligible. La maestra, sorprendida, le dijo: "¿Qué pone ahí?". Y dice la niña: "Si ya le he dicho que no sé leer". Es imprescindible escuchar para educar. […]
Duermo poco, sueño mucho. Mis líneas de investigación son trabajar con el que enseña el despertar para el que aprende, y mi proyecto de vida es construir la escuela que no existe para el alumno que no llega.
— José Antonio Fernández Bravo, Cuaderno de viaje de un maestro.

Dice il maestro José Antonio Fernández Bravo:
Duermo poco, sueño mucho.
Dormo poco, sogno molto.Mis líneas de investigación son trabajar con el que enseña el despertar para el que aprende,
Le mie linee di ricerca consistono nel lavorare con chi insegna il risveglio per chi apprende,y mi proyecto de vida es construir la escuela que no existe para el alumno que no llega.
e il mio progetto di vita è costruire la scuola che non esiste per l’alunno che non arriva.
Vale la pena provare a parafrasar le parole del maestro, così pregne di significato.
Dormo poco, perché la mia mente è costantemente impegnata in altro, a immaginare nuove possibilità e dunque sogno molto, nel senso che progetto, immagino, immagino un’educazione diversa. Come Freire come Korczak.
Le mie ricerche si concentrano sull’accompagnare gli insegnanti in un percorso di consapevolezza e risveglio interiore, perché possano a loro volta essere capaci di generare un risveglio e un vero apprendimento negli studenti. Il «risveglio» qui è spirituale, intellettuale, etico: lavorare con gli insegnanti perché siano destatori, non meri trasmettitori. Si potrebbe riformulare quest’ultima frase dicendo: «Formo insegnanti che non si limitano a spiegare, ma che aiutano gli studenti a svegliarsi alla vita, alla conoscenza, al senso».
Il senso profondo della mia vita professionale è costruire una scuola che ancora non esiste, una scuola capace di accogliere proprio quei bambini e ragazzi che oggi restano esclusi, invisibili o inascoltati. Tutto ciò si può leggere così: esistono studenti che non arrivano mai a scuola, fisicamente o simbolicamente. Sono quelli esclusi, che non trovano un posto. Ci si deve dunque impegnare a costruire una scuola diversa, che sia in grado di esistere proprio per chi oggi non trova casa nell’istituzione scolastica.
Qui riecheggiano le parole di don Milani «La scuola è un ospedale che cura i sani e respinge i malati». Riecheggia anche lo spirito pedagogico di Franco Lorenzoni e le pratiche della Philosophy for Children.
In sintesi il maestro ci dice: «Io non sono qui per adattarmi alla scuola com’è. Sono qui per ascoltare, risvegliare, e sognare una scuola nuova — una scuola che ancora non c’è, ma che serve proprio a chi oggi ne resta fuori.»
È quello che ho sempre pensato e il motivo per cui questo sito si chiama “La scuola immaginata”.
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Guardate e… ascoltate tutta l’intervista sul canale YouTube Aprendemos Juntos 2030.
L’intervista contiene una perla dopo l’altra:
abbracci, saluti e baci
storie di bambini amati
i grandi insegnamenti dei bambini, veri maestri
gli insegnamenti di una grande Maestra come fu Conchita Sánchez
grandi insegnamenti condensati in frasi che vi rimarranno davvero impresse
YouTube mette a disposizione anche la trascrizione dell’intervista, attraverso la quale potete ottenere la traduzione in italiano. Sto provando a realizzarne una anche io.
Aspetto con piacere la tua traduzione. Grazie mille per lo spunto ☺️