Diario di bordo, 20 ottobre '25 – «Vita futura»
Appunti di un cambio di rotta
«Quando ti senti perso, prenditi tempo, cammina, stacca dai rumori.
Se ascolti in profondità, il pensiero giusto è quasi sempre quello del cambiamento.»
Un prossimo cambio di vita
Il 20 settembre 2025, mentre cercavo ancora una volta la parola ikigai sul web e nei libri di Amazon, ho fatto una scoperta inattesa su YouTube.
Tra i risultati, oltre a ritrovare il mitico Mick Odelli, mi sono imbattuto in un canale che non conoscevo: «Vita futura». Il nome mi ha catturato subito.
Oggi è lunedì 20 ottobre 2025.
Tre giorni fa mi sono licenziato dalla scuola dove lavoro e dove resterò fino al 31 dicembre.
Scrivo queste righe senza fretta: non sono un articolo, ma un tentativo di mettere ordine nei pensieri, come si fa in un diario.
Le parole di Giorgia Surina
Più cose oggi mi spingono a scrivere: l’imminente cambio di vita, il desiderio di dare forma alle idee che mi affollano la mente, i valori che mi spingono alla ricerca di una vita diversa e altra, le parole di Giorgia Surina e quelle di Ugo Bressanello.
E anche l’amore per ciò che faccio ora, unito alla voglia di fare qualcosa di significativo e rilevante da domani.
Stasera ho visto l’ultima intervista di Giorgia Surina a Ugo Bressanello, pubblicata su Vita Futura appena quattro giorni fa.
All’inizio della puntata, la giornalista racconta il senso del suo lavoro:
«Noi in questo podcast vogliamo ispirare chi si trova in un momento di difficoltà, di smarrimento, e ha voglia, necessità e urgenza di cambiare la propria vita perché è scontento.
Per te è andata diversamente, perché in realtà non eri scontento del tuo lavoro.»
E più avanti aggiunge:
«Sta tornando spesso, nel momento del cambio vita, la necessità di prendere ispirazione, di seguire o avvicinarsi a qualcuno che ti possa aiutare a fare un traghettamento.»
Verso la fine, pone la domanda più importante:
«Se chi ci ascolta avesse un dubbio — cambio, non cambio, che faccio? — mollo tutta la vita che ho costruito finora?
Cosa diresti a chi si sente perso, che non capisce qual è il suo obiettivo nel mondo, e che ha perso l’orientamento rispetto al senso della propria vita?»
Le mie domande a me stesso
Tutte queste parole sono domande che, da anni, rivolgo a me stesso.
Negli ultimi tre anni, si sono fatte più urgenti:
Continuare a vivere così?
Quello che faccio è significativo? È rilevante?
Riesco a imparare qualcosa ogni giorno? Ho qualcuno da cui imparare?
Qualcuno con cui crescere, migliorarmi, condividere?
Riesco davvero ad aiutare gli altri?
Sono felice?
Come posso offrire gioia a chi amo, e come posso alleviare ogni giorno il dolore di chi amo?
Oggi, a molte di queste domande, o non ho modo di rispondere o riesco solo a rispondere «no». E questo deve cambiare.
Ugo Bressanello e la sua “vita futura”
Ugo Bressanello, ex manager e pioniere di Internet (già manager di Tiscali, Virgilio e Tin.it), racconta come la sua “vita futura” sia nata da un anno sabbatico.
Doveva essere solo una pausa per riflettere e restituire qualcosa alla comunità.
È diventata una scelta di vita definitiva.
Trasferitosi in Sardegna con la moglie Petra e i tre figli, apre una casa per minori dopo la chiusura degli orfanotrofi in Italia.
Nasce così Casa delle Stelle, primo nucleo della futura Fondazione Domus de Luna, rete di comunità, centri e imprese sociali dedicate a bambini, mamme in difficoltà, giovani e persone fragili.
Petra, architetta, si occupa degli spazi e dell’idea di accoglienza come architettura dell’anima; Ugo porta metodo e visione organizzativa.
L’ispirazione arriva anche dall’incontro con don Mazzi e con la sua pedagogia dell’arte e della carovana.
La loro filosofia: non fare assistenza, ma cambiare le cose, difendere diritti e costruire autonomia.
Nel tempo, Domus de Luna cresce: nascono comunità come Sa Domu Pitticca, progetti di prevenzione nelle periferie e nelle carceri come ExMé, laboratori artistici, e imprese sociali come i ristoranti Buoni e Cattivi, premiati da Gambero Rosso e Slow Food.
Con il WWF gestiscono la riserva naturale di Monte Arcosu, unendo inclusione, tutela ambientale e formazione.
È nata anche una «fattoria molto sociale» che produce i prodotti serviti nei ristoranti e distribuiti alle comunità.
Bressanello parla degli errori iniziali — come aver confuso il ruolo del padre con quello dell’educatore — e di come, grazie al professor Cancrini, abbia compreso che la cura passa anche dal coinvolgere i genitori e dal far emergere la consapevolezza dell’errore.
Riconosce l’importanza di imparare sbagliando, ma dentro una rete di buone guide: «nel mio caso, maestri e alleati».
Nel 2023 riceve dal Presidente Sergio Mattarella l’onorificenza di Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana per l’impegno sociale.
Racconta l’emozione di quella telefonata e l’orgoglio di vedere una ragazza cresciuta in comunità premiata come “Alfiere della Repubblica”.
Con tono semplice e ironico mostra lo zaino che porta con sé da vent’anni, simbolo del suo cambiamento:
«Prima avevo la valigetta da manager, ora ho uno zaino pieno di sogni.»
Una mail che (forse) non scriverò mai
La prima cosa che mi è venuta in mente guardando l’intervista è stata: scrivo subito una mail alla Fondazione Domus de Luna.
Avrei scritto, più o meno, così:
Mi sono appena licenziato da scuola.
Adoro i ragazzi: mi addormento pensando a loro e mi alzo per loro.
Non sono un educatore né un professore, ma amo l’educazione fatta in squadra, la pedagogia e le pratiche autentiche.
Non sono bravo col bricolage e sono pessimo col giardinaggio, ma imparo in fretta.
So fare bene il grafico e l’impaginatore.
Sono bravo a vendere, sono un ottimo consulente etico alla vendita.
So ascoltare.
Sono molto spirituale, ma mi stanno strette le dottrine e gli indottrinamenti. Per me educazione e spiritualità sono pratiche, non discorsi.
Non ho figli né moglie. Non ho niente da lasciare e nulla da perdere.
Non ho un posto dove andare.
La Sardegna da tempo mi chiama: Mogoro e i suoi tappeti, Morgongiori e le lorighittas, Ulassai e Maria Lai, Orani e Nivola, la Madonna della Solitudine a Nuoro, i murales di San Gavino, il MAN, il Cammino Minerario di Santa Barbara.
E poi, l’aria di mare mi fa bene.
«Ognuno è alla ricerca di un po’ di pane, un po’ di affetto e di un posto dove sentirsi a casa.»
— don Luigi Verdi, Fraternità di Romena
È così anche per me, da anni. Cerco, se non una nuova famiglia, almeno un po’ di affetto. È difficile per un adulto single, divorziato, gay, trovare una casa in una famiglia religiosa. È difficile costruirne una da soli. E io non sono Ugo Bressanello, non ho il suo coraggio né le sue capacità manageriali. Ma cerco anch’io un posto dove piantare i pochi semi che mi restano.
Avrei voglia di girare un video, ma ne ho fatti troppi di video-curriculum. Non ho più la forza di fingere entusiasmo davanti a una videocamera. Ho solo voglia di incontrare gente vera.
Epilogo
Forse non scriverò mai quella mail. Ma scrivere queste righe è già un passo.
Un piccolo traghettamento verso la mia «vita futura». Non quella che sono già in grado di immaginarmi perfettamente, ma quella che, lentamente, inizio a immaginarmi.