Democratica: un'aggettivo perfetto per descrivere la scuola immaginata. Perfetto anche per l'educazione e la didattica. Un aggettivo arduo da mettere davvero in pratica.
Nel mese di settembre 2024, dopo molto tempo che non mi accadeva, ho acquistate un libro proprio nel momento in cui è stato pubblicato: Alfabeto della scuola democratica. L'ho trovato promosso sulla pagina Facebook di uno degli MCE regionali italiani e mi ha colpito subito. Mi ha colpito perché durante l'estate ho avuto il piacere di conoscere tre scuole parentali davvero interessanti e due di queste praticano l'educazione democratica oltre a svolgere gran parte delle proprie attività all'aria aperta. Procediamo con ordine però.
Democratica come la scuola democratica
L’alfabeto della scuola democratica
Raimo C. (a cura di) (2024), Alfabeto della scuola democratica, Laterza, Bari-Roma.
«Alfabeto della scuola democratica» è un libro che riunisce molti contributi diversi e certamente il lettore ne troverà più qualcuno di stimolante e a volte illuminante.
Inventare tecniche di liberazione, di Christian Raimo
Ascolto. Nutrire l'aspirazione a una maggiore libertà di scelta, di Franco Lorenzoni
Didattica. Decostruire prassi consolidate ma non democratiche, di Giulia Addazi
Digitale. Le nuove competenze con cui deve confrontarsi la scuola, di Fabio Poroli
Diritto (allo studio). Breve storia della relazione tra democrazia, educazione, istruzione, di Pietro Causarano
Disabilità. Il triangolo scuola, democrazia, inclusione, di Fabio Bocci
Dispersione. Scusatemi se abbandono, ma che vi aspettavate?, di Pietro Savastio
Femminismo. Dalla parte delle ragazze, di Giusi Marchetta
Formazione (professionale): Insegnare per segregare?, di Simone Giusti
Ideologia. Chi ha deciso le politiche scolastiche negli ultimi trent'anni, di Michele Dal Lago
Inclusione. Sono le azioni quotidiane che costruiscono un contesto inclusivo, di Roberta Passoni
Indicazioni nazionali. La scuola può essere già migliore, basta attuare lo spirito democratico delle leggi, di Federica Lucchesini
Matematica e scienze. Quale educazione scientifica per una società democratica?, di Raffaele Cariati
Orientamento. Oltre le prospettive di carriera di Marco Romito
Nido. L'educazione dei più piccoli per una scuola davvero democratica, di Claudia Ricci
Periferie. Centri e margini: l'altra geografia del sistema di istruzione italiano, di Laura Parigi
Razzismo (contro il). Una maestra nera, di Rahma Nur
La Scuola Libera G. K. Chesterton
La «Scuola Libera G. K. Chesterton» è una scuola parentale nata nel 2008 a San Benedetto del Tronto, sulla costa Adriatica, e cresciuta sempre più nel tempo fino ad arrivare a contare oltre 100 studenti tra scuola prima, secondaria di primo grado e secondaria di primo grado. Si tratta di un progetto di scuola cattolica nato da un piccolo gruppo di genitori desiderosi di mandare i propri figli in una scuola più in linea con le proprie aspettative.
Le foto riportate qui sopra le ho scattate la sera di sabato 6 luglio 2024, al Chesterton Gala Estivo 2024 intitolato «Andata e ritorno». L’evento si è svolto nella magnifica cornice Centro Educativo La Contea, ubicato su una collina circondata di verde prospicente la città e il mare. La scuola tiene due gala durante l’anno e in questo appuntamento estivo in particolare vengono premiati:
i ragazzi che durante l’anno hanno dimostrato molto impegno
i ragazzi che hanno aiutato i compagni a prepararsi e a studiare, soprattuto coloro che hanno aiutato i più piccoli e quelli più in difficoltà
i ragazzi che hanno ottenuto buoni risultati
Dire che è stato emozionante e commovente non rende l’idea. C’erano più di trecento ospiti e l’atmosfera era quella di una grande festa.
Date un’occhiata al profilo Facebook della scuola.
Il Creativity Garden di Trento e il Creativity Garden dell'Alto Garda e Ledro
Siete mai entrati in un closlieu? Avete mai visitato una scuola in cui ogni aula è dotato di un bell’angolo morbido, magari anche un divano?
Il 23 luglio 2024 ho avuto l’opportunità di conoscere il progetto del Creativity Garden di Canalescuola. Canalescuola è una cooperativa sociale ONLUS che offre servizi educativi e didattici, corsi di formazione e aggiornamento per insegnanti, educatori, genitori, studenti e scuole.
Il progetto Creativity Garden nasce in seno a Canalescuola nel 2014 come progetto di lon glife learning school. Oggi il progetto conta ben quattro realtà educative per le bambine e i bambini con più di sei anni.
Si tratta di una rete di scuole democratiche parentali diffusa ormai in tutta Italia. Afferiscono infatti a Canalescuola anche diciannove asili nel bosco nel momento in cui scrivo.
Questa estate, come anticipato, ho visitato la realtà del Creativity Garden dell'Alto Garda e Ledro, con non poca commozione. In quel momento nelle prima quattro o cinque stanze del primo piano della scuola, che copre ben quattro piani di un antico villino di Riva del Garda, si stavano svolgendo le attività estive con un manipolo di bambine e bambini felici insieme alle loro educatrici.
Le educatrici mi hanno dato il permesso di curiosare in giro e così ho esplorato l’altra metà del piano, e poi pian piano i restanti piani sovrastanti facendo una scoperta dopo l’altra. Girando tra i locali ricolmi di libri, esercizi, microscopi, panni stesi, strumenti musicali, mappe, computer, colori, linee del tempo, seggioline, insetti e molto molto altro, mi sono letteralmente perso come Indiana Jones in una delle sue avventure.
Un mondo fatto di stimoli, di ricerche, di volumi costruiti dai bambini, di tanti fascicoli dedicati ai più diversi argomenti e tutti catalogati e suddivisi come nella più bella delle biblioteche per ragazzi, una collezione ricchissima di libri e anche di oggetti e strumenti per approfondire le conoscenze scientifiche. E fuori un orto scolastico e uno stagno creato dai bambini e dalle loro educatrici dopo aver seguito un corso tenuto da un esperto chiamato dalla scuola e pagato coi soldi ricavati da un autofinanziamento. Insomma un capolavoro di scuola.
E la parte democratica? La parte democratica per vederla bisogna viverla in prima persona insieme ai bambini e alla comunità educante tutta. Oppure ce la si può far raccontare da Serena Olivieri, la pedagogista che ha realizzato il progetto educativo globale di tutta la rete di Canalescuola. È stata Serena a invitarmi a visitare il Creativity Garden quando le ho espresso il desiderio di saperne di più al telefono. Mai avrei immaginato di ritrovarmi catapultato nella più bella scuola che avessi mai visitato.
Di scuole così ne avevo viste solo nei documentari: la classe di Mario Lodi, le classi di Franco Lorenzoni, le classi della Rinnovata Pizzigoni a Milano (Facebook). Per la prima volta al Creativity Garden ho conosciuto un gruppo di persone, anzi un’interà comunità che pensa, parla e “mangia” come penso, parlo e “mangio” anch’io, e come pensano e agiscono probabilmente anche i tanti educatori e docenti del Movimento di Cooperazione Educativa che operano per il bene dei più piccoli e per il bene di tutti nella scuola pubblica.
Democratica come l’educazione democratica
Prima di scrivere questo articolo, già da qualche mese le mie riflessioni stavano ruotando su di un argomento cui non riuscivo a dare un nome. Poteva essere un secondo principio della scuola immaginata che fosse degno di seguire il primo "Cura e rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente"?
Per chi non avesse letto l’articolo sul primo principio ecco il link alla pagina:
Non so ancora sicurissimo di poterlo annoverare tra i principi della scuola immaginaria e come definirlo al meglio. Una cosa è certa la democrazia comprende numerosi valori e principi.
L’idea che mi frullava per la testa riguardava i fondamenti delle scuole parentali, libertarie, degli asili all’aperta che praticano l’educazione in natura, delle scuole come la Summer Hill e di tutte quelle realtà che sono fiorite in Italia negli ultimi dieci anni e che dopo la pandemia hanno visibilmente visto crescere le iscrizioni.
Così ho cercato di approfondire l’argomento procedendo per istinto.
I documentari
Se siete interessati a saperne di più dei tanti progetti di scuola parentale, democratica o libertaria, allora godetevi questi tre documentari:
I libri
Dopo aver ascoltato la viva voce di tanti educatori sono passato dai video a libri imbattendomi in due interessanti volumi, pronipoti lontani di Democrazia e educazione di deweyana memoria.
Libero di imparare, come recita il sottotitolo riporta «le esperienze di scuola non autoritaria in Italia e all’estero raccontate dai protagonisti». Gli autori hanno studiato le tante realtà democratica presenti sul territorio europeo visitandone diverse.
Se il primo volume l’ho acquistato il versione ebook di pancia, il secondo volevo sfogliarlo per saperne di più, perché l’indice e alcune pagine trovati sul sito dell’editore mi aveva incuriosito. Quando sono andato nella più grande biblioteca della mia città, Trento, ho però scoperto che si tratta di un libro di esame e che quindi il prestito è vincolato ad un solo giorno. In sostanza va preso e poi riconsegnato entro la chiusura serale. Così ho acquistato in versione cartacea anche questo volume dedicato all’educazione democratica, non prima di aver guardato con piacere la lunga intervista al suo autore, Christian Laval, ospitata all’interno della conferenza “Curare la società: per un nuovo senso del pubblico” dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa - Napoli.
Non ho ancora finito il libro, che offre molte riflessioni condivisibili e un'analisi critica dei fenomeni comuni nelle scuole francesi e italiane. Di solito leggo testi simili poco alla volta, lasciando che i contenuti si sedimentino, seguendo l'insegnamento di quello che Franco Lorenzoni ama definire il sostare.
Dieci tesi per l’educazione linguistica democratica
Non si possono di certo dimenticare in questa sede le dieci tesi per l’educazione linguistica democratica del GISCEL, Gruppo di Intervento e Studio nel Campo dell'Educazione Linguistica della Società di Linguistica Italiana, costituitosi nel 1973 per iniziativa di Tullio De Mauro.
Le Dieci tesi in questa redazione sono un testo collettivo preparato dai soci del GISCEL nell’inverno e primavera del 1975 e definitivamente approvato in una riunione tenutasi alla Casa della Cultura di Roma il 26 aprile 1975. Con tale testo il GISCEL, un gruppo costituitosi nel 1973 nell’ambito della SLl, intende definire i presupposti teorici basilari e le linee d’intervento dell’educazione linguistica, proponendole all’attenzione degli studiosi e degli insegnanti italiani e di tutte le forze che, oggi, in Italia, lavorano per una scuola democratica.
I. La centralità del linguaggio verbale
II. Il suo radicamento nella vita biologica, emozionale, intellettuale, sociale
III. Pluralità e complessità delle capacità linguistiche
IV. I diritti linguistici nella Costituzione
V. Caratteri della pedagogia linguistica tradizionale
VI. Inefficacia della pedagogia linguistica tradizionale
VII. Limiti della pedagogia linguistica tradizionale
VIII. Principi dell’educazione linguistica democratica
IX. Per un nuovo curriculum per gli insegnanti
X. Conclusione
Democratica come la Repubblica
Mario Lodi amava la Costituzione italiana. Era sempre presente nei suoi discorsi. Il maestro di Piadena ne curò anche un’edizione speciale “Costituzione. La legge degli italiani. Riscritta per i bambini, per i giovani…per tutti”. Egli resterà per sempre uno dei nostri più significativi punti di riferimento, una stella polare nel cielo notturno e nel buio delle situazioni scolastiche più difficili. Nell’opera e nel pensiero di Lodi è sempre presente anche il concetto di educazione democratica.
Tutti noi credo ci sentiamo all’azione dall’invito dell’Art. 3 della nostra Carta:
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Su questi primi articoli, i cosiddetti Principi fondamentali, si fonda tutto l’ordinamento, nel senso più lato del termine, della nostra repubblica, così come della scuola più autenticamente democratica.
A questi principi fondamentali, che tanto costarono ai padri costituenti, è dedicata una collana dell’editore Carocci e anche una serie di puntate radiofoniche di Rai Radio 3:
Le trasmissioni podcast dedicate agli articoli ricostruiscono insieme agli autori dei volumi editi da Carocci, le vicissitudini dei testi di ognuno di essi con dovizia di particolari.
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In un altro articolo qui su lascuolaimamginata.it ho riportato i titoli dei temi di maturità delle magistrali dagli anni ‘50 fino alla conclusione di questo indirizzo. L’idea di ricercarli mi era nata da uno spunto, un aneddoto che mia mamma più e più volte mi ha raccontato, si tratta del racconto del suo esame di maturità. Per lei come per molti altri è un ricordo bello e doloroso allo stesso tempo. Un particolare di questo aneddoto mi è sempre rimasto impresso: il titolo del tema di italiano che nessuno nella sua classe seppe affrontare. Si trattata di qualcosa che aveva a che fare con Piero Calamandrei.
La traccia che ho ritrovato recitava:
Quali riflessioni vi suggerisce il seguente pensiero di Calamandrei: «Le diversità di opinioni politiche sono essenziali in ogni convivenza democratica: ma alla base ci deve essere un sentimento di fede nell'uomo, di rispetto alla dignità dell'uomo, che è poi una grande idea cristiana».
Sono arrivato a parlare di Calamandrei perché è con le parole di questo padre costituente che vorrei chiudere il presente articolo. Non le riporterò come citazione, bensì, ancora una volta, proporrò un ascolto, quello del discorso che fu egli pronunciò “nel salone degli Affreschi della Società Umanitaria il 26 gennaio 1955 in occasione dell’inaugurazione di un ciclo di sette conferenze sulla Costituzione italiana organizzato da un gruppo di studenti universitari e medi per illustrare, in modo accessibile e a tutti, i principi morali e giuridici che stanno a fondamento della nostra vita associativa.” (INDIRE)